Femminismo in Russia

"Cucina e moda - NON è la libertà", graffito stencil femminista del 2005 a San Pietroburgo.

Il femminismo in Russia è nato nel XVIII secolo, influenzato dall'Illuminismo proveniente dall'Europa occidentale e per lo più limitato all'aristocrazia. Nel corso del XIX secolo l'idea del femminismo è rimasta strettamente legata alla politica rivoluzionaria e alla riforma sociale. Nel XX secolo le femministe russe, ispirate dalla dottrina del socialismo, cominciarono a spostare la loro attenzione dalle opere di filantropia all'organizzazione tra i contadini e i lavoratori nelle fabbriche.

Dopo la rivoluzione russa di febbraio del 1917 la lobby femminista ebbe ad ottenere il suffragio femminile[1] e l'uguaglianza sociale nominale per le donne nel campo dell'istruzione e sul posto di lavoro.

Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991 iniziarono a formarsi circoli femministi tra l'intelligencija, anche se il termine continuò a portare con sé connotazioni negative tra i russi contemporanei. Nel XXI secolo alcune femministe russe, tra cui la band punk-rock delle Pussy Riot si sono nuovamente allineate ai movimenti anti-governativi e rivoluzionari come le manifestazioni del 2012 contro il presidente Vladimir Putin, il che ha portato un rappresentante della Chiesa ortodossa russa a definire il femminismo un "peccato mortale"[2].

  1. ^ Rochelle Goldberg Ruthchild, Equality and Revolution, University of Pittsburgh Pre, 2010, p. XVIII, ISBN 978-0-8229-7375-1.
  2. ^ The New York Times, 8 Agosto 2012

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